La questione della sostenibilità è (per fortuna) sempre più opprimente e, sopratutto sta invadendo lentamente tutti i settori della produttività, tra cui quello che a me più sconosciuto: la moda.
Definizione di moda sostenibile
La moda sostenibile è quella che rispetta l’ambiente e la società in tutte le sue fasi: ideazione, produzione, distribuzione e vendita.
I danni della moda NON sostenibile
Questo settore è uno dei più inquinanti in assoluto (Fonte: Non solo ambiente):
- Produce il 10% di emissioni di CO2 nell’atmosfera;
- È responsabile della produzione di circa 60 milioni di tonnellate di plastica, ovvero 1/5 di tutta quella prodotta ogni anno a livello globale;
- Il poliestere (che tutti sappiamo essere il tessuto più dannoso per via delle microplastiche che inquinano i mari) ha una produzione superiore rispetto a quella del cotone (perché più utilizzato dalle marche di moda);
- Il 70% degli abiti prodotti finisce in discarica.
Quindi cosa vuole cambiare la moda sostenibile?
- Rendere il consumatore più consapevole;
- Ridurre l’impatto di CO2 delle fabbriche produttrici;
- Ridurre lo speco di acqua (sopratutto quella necessaria per la produzione del cotone);
- Riciclare e riutilizzare gli abiti e i tessuti già prodotti;
- Optare per una tipologia di tessuti che sia ecologica e naturale;
- Rendere i materiali più durevoli (non solo con il riciclaggio, ma anche con la qualità dei prodotti).
Fibre tessili ecologiche
La cosa che più mi ha colpito, nel fare ricerca per questo settore, è la possibilità di utilizzare fibre tessili ottenute da prodotti non usuali:
Vegea:
Azienda di tessuti che ne ha creato uno a partire dagli scarti del vino.
Orange Fiber:
Azienda che ha brevettato e produce tessuti a partire dagli scarti dell’arancia.
ID.EIGHT:
Azienda che produce sneakers con materiali provenienti da scarti dell’industria alimentare (bucce di mela, raspi e semi d’uva, foglie di ananas, cotone e poliestere riciclati).
Econyl:
Azienda che produce abiti a partire da una fibra tessile sintetica prodotta dalla plastica riciclata.
Marche di moda sostenibile
In ogni caso, sono sempre di più le grandi marche che cercano di spostare la loro attenzione e produzione verso una tipologia più sostenibile, ad esempio Gucci e Chopard (Fonte: Esritalia).
Tuttavia ne esistono alcune, meno note, che nascono già con un’ottica più “green”. Qui di seguito ne nominiamo qualcuna (Fonte: Vestilanatura):
Fortunale:
Azienda che produce capi derivati da lana biologica e che usa solo coloranti naturali.
Malìa Lab:
Azienda che produce capi derivati da tessuti biologici (Canapa, Seta, Bambù, Cotone, Lyocell, Cupro, Modal, Fibra di Alga, Fibra di Menta, Fibra di Mais, Lana, Fibra di Latte).
WAO:
Azienda che produce sneakers riciclabili al 97% e animal free.
Cingomma:
Azienda artigianale che produce a mano accessori moda d’eccellenza riutilizzando ruote di bicicletta.
CASAGIN:
Azienda di abbigliamento che si impegna verso una produzione sostenibile e ad una ricerca di fibre di partenza che nascono da scarti o da materiali di recupero (come le reti marine).
Defeua:
Azienda che produce abbigliamento streetwear che seleziona fornitori responsabili e sostenibili e tessuti biologici.
Ecodream:
Azienda che produce capi utilizzando i materiali dismessi, percepiti comunemente come scarti o rifiuti.
Ne conoscete altre? Fatemi sapere!