FAVINI è una realtà che ho con molto piacere scoperto recentemente e che mi ha mandato letteralmente fuori di testa!
La storia
Favini nasce come produttrice di carta. Nel 1906, infatti, la famiglia acquista un ex-mulino trasformato in una fabbrica di carta.
Tuttavia, già negli anni ’90 si differenzia da tutte le altre produzioni classiche inventando un modo per riciclare le alghe presenti nella laguna veneta. Nasce così l’Alga Carta!
Nel 2009, poi l’azienda viene acquistata dal Fondo Orlando Italy che la riposiziona nei segmenti del packaging sostenibile e nei settori di moda e design, dando vita ad una nuova corporate identity.
Da quel momento c’è stata un’escalation di studi e prodotti che prevedono l’utilizzo sempre minore di alberi per la produzione della carta: Paper from our Echosystem.
Paper from our Echosystem
Quello che mi ha fatto impazzire non è solo la varietà e l’innovazione che sta dietro a questi prodotti, ma anche l’altissima qualità della carta. Li ho toccati con mano e vi assicuro che non hanno assolutamente niente da invidiare alla carta a cui siamo abituati!
Le caratteristiche di questi prodotti sono impressionanti:
- Materie prime eco-innovative: in base al singolo prodotto, utilizzano dal 40% al 100% di cellulosa alternativa a quella degli alberi, di norma selezionata tra cellulosa post-consumo o fibre alternative provenienti da processi di scarto o recupero (alghe, frutta e noci, pelle e tessuti)
- Riduzione delle emissioni di CO2: non solo a livello della loro produzione (con, ad esempio, un impianto di cogenerazione), ma anche partecipando attivamente a progetti come quello di United Nations Framework Convention on Climate Change
- Utilizzo di energia rinnovabile al 100%, anche autoprodotte (grazie a due impianti idroelettrici che sfruttano il movimento di un corso d’acqua vicino allo stabilimento)
Insomma… potrei andare avanti per ore, perché ci sarebbe tanto di cui discutere ma so che voi lettori volete arrivare al dunque. Ecco quindi un elenco delle carte di Favini:
Alga Carta (1992):
Carta nata dalle alghe che proliferano nella Laguna di Venezia ed è la capostipite di tutta la gamma di carte sostenibili
Crush (2012):
Carta ecologica realizzata con i residui della lavorazione agroindustriale di mais, agrumi, kiwi, oliva, mandorla, nocciola, caffè, lavanda, ciliegia, cacao, cocco, uva, usati per sostituire fino al 15% di cellulosa d’albero
Remake:
Carta cuoio che prende ispirazione dal mondo della moda e contiene il 25% di residui di lavorazione del cuoio e della pelletteria in sostituzione di cellulosa di albero
Refit:
Carta realizzata con i residui della produzione tessile di lana e cotone, spesso lasciati come cascami al lato dei macchinari per la cardatura, la filatura e la tessitura. Questi vengono recuperati e, dopo uno speciale trattamento, uniti alla cellulosa
Shiro Echo:
Carta realizzata con il 100% di fibre riciclate sviluppata da Favini e prestazioni tecniche superiori
Tree Free:
Carta realizzata con il 25% di linters di cotone e il 75% di bambù. Entrambe sono colture annuali rinnovabili da cui si ottengono fibre di alta qualità che donano un aspetto liscio e naturale oltre ad una finitura morbida al tatto e prestazioni di stampa elevate
Lascio parlare quindi i loro prodotti, inserendo qui sotto il video in cui vi mostro i campioni che Favini mi ha inviato:
L’unica cosa che ancora non capisco è: come mai non è famosa anche nel ceto medio? Perché prodotti ecologici di questo tipo devono restare prodotti di nicchia?
Un mistero che non so se risolverò mai… ma sicuramente una battaglia da sconfiggere!
Tornerò sicuramente a parlare di Favini, nel frattempo vi invito a seguirli sui loro social e a provare i loro prodotti, perché ne vale davvero la pena!