Famosi marchi per bambini a confronto. Chi è il più sostenibile?

Bicicletta per bambini

Oggi ho intenzione di confrontare alcune marche famosissime (se non le più famose) di prodotti per bambini che tutti possiamo trovare in qualsiasi (o quasi) centro commerciale.

Chi vincerà la gara di sostenibilità?

Per semplificare quello che poteva diventare un caos, ho deciso di selezionare due marche per ogni tipologia di bene:

  1. Abbigliamento
  2. Igiene
  3. Pannolini usa e getta
  4. Passeggini
  5. Giochi
  6. Mobili cameretta

So bene che molte di queste marche hanno una gamma molto più ampia di prodotti in vendita, ma a fare un discorso così grande ci saremo persi tutti. Quindi zoomiamo su alcune cose in particolare.

Icona abbigliamento

1. Abbigliamento

Per l’abbigliamento ho selezionato Prénatal e OVS (sì, lo so, ci sarebbe anche la Chicco, ma ho preferito inserirla in un’altra categoria).

Prénatal fa parte del Gruppo Artsana dal 1996 (di cui fa parte anche la Chicco). A giudicare da quanto ricavato dal loro sito, Prénatal si impegna affinché i lavoratori (anche quelli dei fornitori) siano rispettati in ogni loro aspetto. Non ho trovato molto a livello di sostenibilità ambientale se non questa pagina: si tratta di una collezione di abbigliamento incentrata sull’utilizzo di cotone biologico. C’è scritto che Prénatal si sta impegnando ad un commercio sempre più green, ma nulla di più.

Considerando che adoro i loro abiti per bambini e che quelli che ho acquistato finora sono di questa marca… iniziamo parecchio male direi.

A suo favore, però, posso dire che dà la possibilità di restituire i passeggini (una volta che non serviranno più) per garantire un riciclo sostenibile. Questo con la formula: Forever Young.

Sebbene io non sia una fan di questa marca (per svariate ragioni), OVS si vende come una marca più sostenibile rispetto a Prénatal. Poi, come in ogni cosa, bisogna capire se si tratta di pubblicità o di reale intento green. Secondo il loro bilancio di sostenibilità del 2021 c’è un serio intento nello svolgere un’attività sempre più sostenibile. In particolare cito:

“Nel 2021 siamo riusciti ad arrivare al 100% del nostro cotone da fonti più sostenibili e lavoriamo ogni giorno per selezionare le migliori materie prime e i trattamenti più innovativi per ridurre l’impatto di ciò che facciamo.”

(A voi capire cosa significhi)

Inoltre dimostrano interesse per un’economia circolare degli abiti. In particolare, a abiti che dopo l’utilizzo possano essere riciclati.

Infine parlano di utilizzo di energia green per le loro sedi (anche se non in maniera capillare, ma solo per alcune) e di negozi costruiti in maniera sostenibile (30 punti vendita su 1800).

Insomma, la mia sensazione è che ci sia tanto tanto marketing dietro, ma che a furia di voler risultare “green” potrebbero davvero (alla fine) riuscirci.

Icona igiene

2. Igiene

Per l’igiene del bambino ho selezionato Fissan e Mustela.

Incredibile ma vero, su questa marca non sono riuscita a trovare assolutamente alcuna informazione in ambito di sostenibilità. In pratica l’azienda non sembra essere interessata o non lo dimostra.

Però sapete una cosa? Preferisco un’azienda simile che semplicemente non tratta il problema, piuttosto che una che finge di essere green, sostenibile, ecologica e ad impatto positivo anche nella comunità… ma che poi nella pratica ha talmente tanti scheletri nell’armadio da esplodere!

Di Mustela abbiamo già parlato: dichiara pubblicamente di voler seguire un percorso che la porti a diventare ad impatto 0 entro il 2030, lotta contro gli sprechi e utilizza prodotti naturali e biologici.

Insomma, ha un’intera pagina dedicata proprio a tutti i loro impegni sociali e ambientali che vanno dall’utilizzo di energia 100% green, alla riduzione dei Km che i loro prodotti devono compiere. Infine fa parte delle B Corp.

Poi siamo sempre lì, possiamo solo fidarci di quello che dicono, ma non so perché su questa marca ho un pochino più di fiducia. Ho alcuni loro prodotti in casa, quindi, non appena nascerà il mio bambino, li testerò e vedrò se sono anche buoni.

Icona pannolini

3. Pannolini usa e getta

Per i pannolini ho selezionato due grandi classici: Pampers contro Huggies.

Anche Pampers è una marca che ho già avuto modo di nominare già un paio di volte: la prima quando parlavo delle marche sostenibili per bambini, dove spiegavo che questa marca è all’inizio del suo percorso green, ma ci sta provando; la seconda a proposito del loro interessantissimo progetto di riciclaggio dei pannolini.

In generale Pampers sta provando (o per lo meno così dice) ad avere un impatto migliore sul pianeta (considerando che produce qualcosa che, invece, è molto inquinante). In particolare parla di trasporti sostenibili, energie rinnovabili, packaging sostenibile e (come vi ho già nominato) il riciclaggio di ogni parte del prodotto.

Non so se comprerò i loro pannolini onestamente… però secondo me l’impegnò c’è.

Huggies, dal punto di vista dell’ecosostenibilità è molto indietro, però devo concedergli che senza farsi pubblicità o dedicare pagine e pagine del loro sito alla sostenibilità e alle promesse, ha creato delle salviette biodegradabili e senza plastica. Non è molto… ma almeno fa qualcosa senza vantarsene.

Icona passeggino

4. Passeggini

Per il mondo del passeggio ho selezionato Inglesina e PegPerego.

Può un passeggino essere sostenibile? Sicuramente questa non deve essere una mission facile! Se per i vestiti e per i detergenti mi viene automatico pensare che la mancata ricerca verso la sostenibilità sia solo un capriccio dell’azienda (che non vuole perdere i propri soldi), quando si tratta di passeggini effettivamente posso capire un po’ di più. Trattandosi di sicurezza è difficile farla conciliare con la sostenibilità.

Inglesina qualcosa al riguardo la sta facendo anche se non la pubblicizza. Perché no? Perché il suo obiettivo principale è la sicurezza del bambino. Se poi riesce anche ad essere in parte sostenibile meglio. Ad esempio, ha iniziato ad usare delle fibre di bambù che oltre ad essere più sostenibili risultano anche più efficaci, ma sicuramente questa marca fa trapelare chiaramente che non rinuncerà mai alla qualità per la sostenibilità. La integrerà solo se questa si rivelerà un vantaggio per il prodotto.

A voi decidere se sia una filosofia corretta o no.

Anche Peg Perego si trova davanti ad una sfida difficilissima. Tuttavia, lei qualche (piccolo) passo lo sta facendo. Ad esempio ha creato una collezione di passeggini i cui tessuti in poliestere sono realizzati con la plastica marina riciclata. Ma non ho trovato altro.

Icona Giochi

5. Giochi

Se si vogliono prendere dei giochi, credo che (al giorno d’oggi) o vai da Toys, o da Chicco.

Essendo un rivenditore di altre marche, non è facile attribuire a Toys qualche forma di sostenibilità diretta. Tuttavia una sono riuscita in qualche modo a trovarla: la linea Wood’n Play. Si tratta di una linea di giocati realizzati con materiale sostenibile e responsabile, certificati FSC.

Ovviamente questi giochi sono selezionati da altre aziende. In particolare: Chicco, Clementoni, Brio, Lisciani e Headu.

Forse è più marketing che altro… però almeno ora sapete che se andate ad acquistare da Toys, potete scegliere dei prodotti che si dichiarano essere sostenibili.

Di Chicco ho già parlato: ha diversi spunti di sostenibilità e (come dicevo quando parlavo prima di Toys) ha anche giocattoli sostenibili. Addirittura ha realizzato proprio una gamma sostenibile chiamata Eco+ caratterizzata da giochi che rispettano l’ambiente (plastica riciclata e legno/cartone proveniente da foreste sostenibili). Come dicevo nel vecchio articolo, però, i punti di sostenibilità sono vari:

  1. Eco+
  2. Moda Bio: corredini con la certificazione internazionale OEKO – TEX, l’aumento di anno in anno del cotone organico e bio, l’uso del poliestere sì, ma riciclato e, infine, la ricerca dell’utilizzo del denim sostenibile (risparmiando acqua e non usando prodotti chimici)
  3. Baby Moments: prodotti per il bambino naturali e sostenibili (o almeno in parte) 
  4. ECO+ Black-Relux: passeggini e navicelle sostenibili
Icona Cameretta

6. Mobili cameretta

Direi che se la giocano Foppapedretti contro Kinderkraft.

Foppapedretti dichiara apertamente di avere a cuore la sostenibilità. Si concentra ovviamente sul legno (di cui sono fatti la maggior parte dei suoi prodotti), infatti i suoi prodotti sono certificati FSC e sostiene l’associazione Bioforest.

Per questa marca non ho trovato assolutamente alcuna informazione in relazione all’ambiente. Magari utilizza materiali sostenibili, ma sicuramente non viene specificato da nessuna parte.

Voi quali prodotti preferite? Avete delle marche che vi stanno più a cuore rispetto ad altre? Fatemelo sapere!

Pubblicato da simona_cottone

Scrittrice e copywriter con una forte attenzione verso le questioni ambientali. Laureata in comunicazione e psicologia, pubblica il suo romanzo romanzo nel 2021 dal titolo "La Terra d'Oro".

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